Passerotto, orsacchiotto, gattina, cioccolatino, sono solo alcuni degli appellativi maggiormente utilizzati dalle coppie di innamorati. C’è chi opta per soprannomi classici e chi invece dà libero sfogo alla fantasia. Qualunque sia la scelta, la prassi di attribuire al proprio partner un epiteto è piuttosto diffusa a tutte le età.
Ma perché gli innamorati sentono l’impulso di chiamare la loro dolce metà in maniera più o meno buffa? Ogni coppia conia particolari forme di comunicazione ed ognuna usa vezzeggiativi affettuosi che esprimono l’affiatamento, la complicità e sentimenti di vario genere nei confronti dell’altro.
Le coppie non peccano certo di creatività, hanno un ricco glossario di appellativi per far sorridere, per amoreggiare e, perché no, anche per prendersi un po’ in giro. Ne esistono di ogni genere, adatti a tutti e a tutte le circostanze, ma sempre legati all’espressione di particolari sentimenti. Alcuni esprimono tenerezza come tesoro, altri sentimenti di accudimento come gattina o topolina, altri ancora hanno significati sessuali come porcellino.
Una ricerca dell’Università di Boston sostiene che l’uso di titoli amorosi e dolci sia un segnale dell’amore vero, quindi, quella che per qualcuno può sembrare una sdolcinatezza insulsa e inutile, ha in realtà un suo perché e un valore ben preciso. L’uso di questi epiteti ricorda il linguaggio con cui i genitori si rivolgono ai bambini piccoli.