L’invidia nasce dalla relazione, dal confronto con l’altro, una dinamica sociale importante, poiché è tramite l’altro che affermiamo noi stessi. Prima di poter desiderare qualcosa che non abbiamo dobbiamo poterla vedere, è l’altro che fa nascere in noi il desiderio.
Dopo esserci confrontati nasce la consapevolezza della nostra mancanza, ed è da questa constatazione che possono scaturire sentimenti negativi verso sé e verso gli altri: senso di inferiorità, inadeguatezza, frustrazione, impotenza, odio e rabbia per la grandezza dell’altro che ci schiaccia. E in questo momento non vediamo più le nostre risorse, le nostre potenzialità, le nostre possibilità, ma si pensa solo a svalutare l’altro per impedire la caduta del proprio valore. Svalutare ciò che non si può ottenere è una strategia che nasconde i nostri limiti. Chi prova invidia non riesce ad instaurare relazioni positive con gli altri, restando bloccato in sentimenti come il risentimento, l’astio, la vergogna. Alla base vi è un senso di insicurezza che porta ad una scarsa fiducia di sé, ad una bassa autostima.
A fianco dell’invidia distruttiva, vi è un’invidia costruttiva. L’invidioso ha uno spiccato senso critico e ammirazione verso qualcosa che non è o che non ha. Molte ricerche confermano che le persone invidiose posseggono un notevole spirito di osservazione. Utilizzare questa facoltà per confrontarsi con l’altro e vivere la ricchezza delle differenza riconoscendo i propri desideri, esplorando le proprie possibilità, accettando i propri limiti, può spingere a migliorarsi, invece che sentirsi frustrati e denigrare l’altro. “Se lui/lei sì, perché io no?” diventa così una motivazione all’azione, una sana competizione che ci stimola a raggiungere traguardi sempre più lontani, ad essere fiduciosi verso se stessi, a mettersi in gioco, a crescere.
La psicologia dell’invidia ci insegna a prendere consapevolezza della duplice forza (negativa e positiva) di questo sentimento, ci dà la possibilità di guardare a questa in termini di opportunità. L’invidia non va nascosta a noi stessi, non dobbiamo esprimerla in maniera ostile, non deve abbatterci, non deve sopravvalutare la felicità altrui e sottovalutare la nostra posizione.
Gestire l’invidia costruttivamente vuol dire riconoscerla e sviluppare la capacità di ironizzarci su, di ridere di sé, di esaminare i propri pensieri di inferiorità per scoprire da dove hanno origine in modo da conoscerci meglio. Scopriamo i nostri obiettivi e impegnamoci a trasformare i limiti in risorse, per una accettazione incondizionata di noi stessi.