Cos’è la depressione?
E’ una alterazione del tono dell’umore verso forme di profonda e costante tristezza con riduzione dell’autostima.
Quali sono i sintomi della depressione?
Vi sono disturbi dell’affettività dove prevalgono sentimenti improntati ad una tristezza profonda e cupa che può resistere alle sollecitazioni esterne. A ciò si aggiunge una progressiva perdita di interesse o di piacere per la vita o per quasi tutte le attività. Questa perdita è spesso accompagnata da un senso di colpa vissuto come una fatalità inevitabile. Da qui l’autoaccusa continua a cui tende a sottoporsi il depresso, spesso percorso da sentimenti di indegnità e autodisprezzo.
Vi sono poi sintomi che comprendono l’insonnia o il suo opposto l’ipersonnia che spesso annuncia l’inizio di una fase depressiva, l’inappetenza con dimagrimento rapido senza essere a dieta o il suo contrario e cioè un aumento di appetito e di peso e la diminuzione dell’interesse sessuale.
Il pensiero sorge lento e monotono con una perdita di iniziativa e progettualità. L’attenzione, concentrata sui temi depressivi, rende povera l’ideazione, difficoltose le associazioni, penose le rievocazioni e difficili le sintesi mentali. In alcuni al posto del rallentamento psicomotorio può presentarsi agitazione.
Infine vanno ricordate la tendenza al suicidio e il desiderio di morte. Esse possono accompagnare la vita della persona depressa in quanto tra tutte le forme di sofferenza, la depressione è senz’altro la più esposta al desiderio di morte. Nei casi più estremi, questo può colorarsi di un significato soggettivo di altruismo e cioè di fronte alla minaccia di un avvenire sempre più oscuro, la persona depressa trascina nella sua morte anche i propri familiari per farli scampare alla vita che ritiene impossibile da proseguire.
Chi colpisce la depressione e a quale età si presenta, in genere?
Tutti possono essere colpiti dalla depressione, la depressione non conosce età, differenze di ceto e può presentarsi a qualunque età, e nessuno quindi, dai bambini agli anziani, può considerarsene esente. Certamente possono cambiare le caratteristiche sintomatologiche o la gravità, ma tutti possono esserne colpiti. Ci sono, tuttavia, particolari fasi della vita in cui le probabilità di ammalarsi sono maggiori. Le fasi di maggior rischio sono quelle in cui l’individuo va incontro a cambiamenti e quindi a riadattamenti nei vari aspetti della vita (scuola, lavoro, affetti, ecc.). Inoltre accanto a coloro che cadono in depressione a seguito di eventi traumatizzanti di questo genere, ci sono persone che cadono in depressione a seguito di eventi positivi e questa è la cosiddetta “depressione da successo”.
Perché la Depressione si manifesta spesso in certe stagioni?
Non è infrequente che le persone si ammalino di depressione o che presentino delle ricadute in particolari periodi dell’anno. Per alcuni è l’autunno la stagione critica, per altri è la primavera. È’ probabile che ci sia un’interazione fra i ritmi biologici interni e le condizioni climatiche esterne attraverso la secrezione di alcuni ormoni e di alcuni neuromediatori sensibili alla luce, o che ci siano tracce residue di ritmi biologici che, in passato, avevano un significato funzionale.
Ci sono rapporti, nella donna, tra la sfera ormonale sessuale e la Depressione?
Certamente tra la sfera ormonale legata alla riproduzione e la depressione esistono dei legami abbastanza stretti, legami che riguardano sia la sfera psicologica che quella biologica. Sappiamo bene che alcune donne, nel periodo premestruale, possono avere brevi fasi depressive, che il parto è responsabile, in circa la metà delle puerpere, del cosiddetto “maternity blues” , un quadro depressivo che insorge 3-4 giorni dopo il parto, dura circa una settimana e si risolve spontaneamente nella maggior parte dei casi, ma che talvolta evolve in una depressione del postpartum, e che in un certo numero di donne la depressione esordisce nell’epoca della menopausa.
Come si cura la Depressione?
Nel trattamento della depressione si devono prendere in considerazione diverse strategie. Le più importanti sono rappresentate dalla psicoterapia e dalla farmacoterapia. Nella fase più acuta gli psicofarmaci sono necessari. Aiutano a rimettersi in moto e pur agendo solo sul sintomo ma non sulla causa, liberano il corpo da un appesantimento fisiologico che rende impossibile la percezione della realtà obiettiva. Ma proprio perché il farmaco copre il sintomo senza affrontare il problema, è necessario il ricorso alla psicoterapia, ad un lavoro interiore su se stessi.
Può accadere, inoltre, di dovere far ricorso alle cure ospedaliere ma questo solo in caso di particolare gravità del quadro psicopatologico e cioè quando è presente un’ agitazione o un arresto psicomotorio, un’ideazione autolesiva oppure in presenza di complicanze di natura medica, come disidratazione, malnutrizione o gravi malattie fisiche.
Cosa fare quando una persona cara è colpita dalla depressione?
Non è facile stare accanto ad una persona che soffre di depressione. Il dolore per la condizione del proprio caro è reso ancora più amaro dalla sensazione di impotenza e rabbia inoltre talvolta ci si sente in colpa o responsabili della situazione del depresso.
Per queste ragione è giusto che, chi lo fa, abbia ben chiaro che la depressione non è una semplice tristezza che può essere allontanata con qualche buona parola ma un qualcosa di più profondo che necessita l’intervento di specialisti; è bene inoltre tenere a mente che gli alti ed i bassi fanno parte dell’andamento della depressione, per cui, di tanto in tanto, possono esserci dei peggioramenti e questo non succede perché noi non gli siamo stati abbastanza vicini o perché il depresso non si è sforzato abbastanza. E’ importante inoltre ritagliarsi degli spazi per sé perché lo stress e la stanchezza possono farsi sentire pesantemente anche a chi è vicino al depresso.
Dopo questa premessa, possiamo dire che molte sono le cose che dovremmo fare se vogliamo cercare di essergli d’aiuto, anche se dobbiamo mettere preventivamente in conto che non sempre è facile riuscire nell’intento dato che con il depresso, è molto facile incontrare uno stato di passività quando non un vero e proprio atteggiamento di rifiuto . La cosa più importante da fare è quella di convincerlo a mantenere, per quanto possibile, la routine della vita quotidiana : il depresso tende a tralasciare i gesti, piccoli e grandi, che caratterizzano la vita quotidiana delle persone, dall’igiene personale alla cura dell’abbigliamento, ai ritmi dell’alimentazione a quelli del sonno, dalla cura dell’ambiente alle spese quotidiane.
Spesso sarà necessario esercitare una certa pressione per vincere la resistenza iniziale. Bisogna però avere l’accortezza di capire fino a che punto possiamo esercitare la nostra pressione perché, oltre certi limiti, il depresso può non essere in grado di seguire le nostre iniziative e questo potrebbe indurgli idee di incapacità, di inadeguatezza, ecc. aggravando la sua depressione.
Sarebbe opportuno fargli sentire la vicinanza affettiva, dirgli che la depressione è una malattia così come il diabete e quindi non c’è nulla di cui vergognarsi, che non è un pazzo ma un malato e che come tale necessita di essere aiutato da uno specialista, che la depressione è una malattia che si può curare. Essere affettuosi, comprensivi, ascoltare senza giudicare, può far sentire una persona depressa capita e sostenuta e in un clima di fiducia ci sono più possibilità di incoraggiare il proprio caro a rivolgersi ad uno specialista.