La Befana, che stanotte svolgerà il suo annuale compito di consegna dei doni nelle calze dei bambini, è una tradizione che rappresenta una fonte di stabilità e di continuità di cui bimbi in crescita hanno bisogno per rassicurarsi dall’ansia legata ai cambiamenti veloci e continui tipici del loro sviluppo. Rappresenta, però, anche educazione dal momento che associa doni e punizioni a comportamenti. Sta agli adulti avere l’intelligenza e la sensibilità per comprendere come utilizzare al meglio questa valenza educativa.
A tal fine è fondamentale ricordare che non esistono bimbi buoni o bimbi cattivi ma comportamenti adeguati o non adeguati. Da qui la funzione educativa dell’adulto: rinforzare quelli adeguati con i doni lasciati dalla befana e usare un pizzichino di rimprovero, perché anche quello serve, per estinguere i comportamenti non adeguati con il carbone messo nella calza dalla vecchietta. Ma giusto un poco, perché è meglio non alimentare il senso di colpa e la bassa autostima. Se c’è qualche “bimbo cattivo”, facciamoci delle domande perché il suo comportamento ci dice che qualcosa che non va: forse uno stile educativo poco corretto, una difficoltà a scuola, una scarsa capacità di controllo e di autoregolazione, un modo di pensare irrazionale, un’aspettativa alta, delle emozioni confuse.
Ricordiamoci soprattutto che la Befana permette un ulteriore abbraccio nei confronti dei bambini, per far loro sentire che i genitori ci sono sempre, con continuo affetto e cura, pronti ad affrontare un nuovo anno con tutte le emozioni che porterà.