Il genitore che mette i figli contro l’ex viene condannato

pas_famigliaIl genitore separato che provoca lo “sbilanciamento” della prole in favore suo e a danno dell’altro genitore può essere condannato d’ufficio all’ammonizione ed alla sanzione amministrativa. Non importa che questa condanna non sia stata chiesta dalla controparte, perché l’interesse superiore da tutelare è quello dei figli alla bigenitorialità. Lo ha deciso il Tribunale di Roma, Sezione prima (Famiglia), con sentenza del 27 giugno 2014.

La pronuncia riguarda il caso di una madre che ha ripetutamente messo in cattiva luce il padre agli occhi della figlia. E’ stata stigmatizza la dannosità del comportamento genitoriale che “arruola” un figlio minore nella guerra contro l’altro genitore. Da ciò discende il principio di diritto cui uniformarsi: ogniqualvolta un genitore rilevi che sia stata introiettata dal minore una visione ostile dell’altro genitore, ha l’obbligo di «attivarsi al fine di consentire il giusto recupero da parte del figlio del ruolo paterno/materno ».

Vi è quindi un preciso obbligo, non una mera facoltà, di spingere il figlio verso il genitore in danno del quale sia avvenuto lo sbilanciamento. Ciò si ottiene non solo non perseverando nel portare avanti iniziative diverse da quelle del genitore sfavorito, ma anche recuperando la positività della sua figura.

Nel caso in questione, ciò non è accaduto e c’è stata una condotta volta ad ostacolare il funzionamento dell’affido condiviso. Visto ciò e posta la più volte affermata applicabilità d’ufficio del meccanismo sanzionatorio, il giudice ha applicato la misura dell’ammonizione, «invitando la parte ad una condotta improntata al rispetto del ruolo genitoriale dell’ex coniuge», e l’ammenda, «al fine di dissuaderla in forma concreta dalla protrazione delle condotte poste in essere, la cui persistenza potrà peraltro in futuro dare adito a sanzioni ancor più gravi compresa la revisione delle condizioni dell’affido.