L’esperienza clinica evidenzia che con l’inizio dei primi caldi, specie se accompagnati da afa, umidità e/o inquinamento, c’è un significativo aumento dei sintomi collegati agli attacchi di panico ed in generale all’ansia quali: sudorazione, sensazione di svenimento, debolezza, tachicardia, fame d’aria, difficoltà a respirare, capogiri, sensazione di testa vuota, sensazione di soffocamento, sbandamento etc.
L’aumento di queste sensazioni fisiche minacciose, interpretate come precursori degli attacchi di panico, innescano nelle persone già predisposte ai disturbi d’ansia, il timore di poter aver un attacco. Ne consegue il terrore di dover fronteggiare un esperienza che può portarle a svenire, perdere il controllo, avere un infarto e la messa in atto tutta una serie di evitamenti e comportamenti protettivi ad esempio, evitare di prendere la metropolitana, frequentare luoghi affollati o mezzi pubblici etc.
Appare utile per chi è predisposto o sofferente rispetto alla correlazione tra fenomeni climatici e disturbi d’ansia, poter intraprendere un percorso psicoterapico in grado di ristrutturare le credenze rispetto alla minacciosità delle sensazioni somatiche provocate dal caldo.