Come si manifestano gli attacchi di panico?
Gli attacchi di panico durano generalmente solo alcuni minuti ma causano una considerevole angoscia e sono caratterizzati da un numero elevato di sintomi quali palpitazioni, tachicardia, sudorazione, tremori fini o a grandi scosse, difficoltà di respiro, senso di affanno, sensazione di soffocamento, sensazione di asfissia, dolore o fastidio al petto, nausea o disturbi addominali, sensazioni di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento. Inoltre la persona può essere assalita e sopraffatta da un senso di depersonalizzazione e di derealizzazione. La depersonalizzazione consiste nel percepirsi come distaccati da se stessi e dal proprio corpo; la derealizzazione è costituita invece da un senso di irrealtà del mondo. Altri sintomi frequenti possono essere la paura di perdere il controllo o di impazzire, la paura di morire. Possono inoltre presentarsi delle sensazioni di torpore o di formicolio e brividi o vampate di calore.
Sono necessari tutti questi sintomi per soffrire di attacchi di panico?
Certamente no, un attacco di panico è un periodo preciso di paura o intenso disagio durante il quale si sviluppano improvvisamente quattro o più dei sintomi citati in precedenza e raggiungono il picco nel giro di 10 minuti.
Quanto è frequente il Disturbo di Panico e quando esordisce?
La maggior parte degli studi sembra indicare che circa il 3,5% della popolazione rischia di ammalarsi di disturbo di panico con o senza agorafobia nel corso della vita e che per le donne il rischio è maggiore. Il disturbo di panico esordisce generalmente tra i 15 ed i 35 anni; l’esordio nell’infanzia e dopo i 45 anni è meno frequente anche se possibile.
Quali sono le cause degli attacchi di panico?
L’angoscia che si manifesta nell’attacco di panico, non sorge per caso. E’ una risposta emotiva di fronte a ciò che facciamo o viviamo; quando c’è qualcosa di noi stessi di cui non siamo pienamente consapevoli e con cui siamo in conflitto. L’angoscia è un segnale, il segnale che stiamo affrontando una situazione difficile da un punto di vista emotivo. Generalmente i conflitti che possono comportare l’insorgenza dell’attacco di panico sono collegati a minacce all’indipendenza e all’autonomia della persona come le separazioni, le ribellioni contro figure autoritarie, criticanti o rifiutanti oppure cambiamenti nel lavoro, nelle abitudini personali.
Quando si verifica l’attacco di panico?
Nella maggior parte dei casi, l’attacco di panico si verifica nel corso di normali attività quotidiane. Il disturbo da panico tende ad aumentare nei periodi di stress. Siccome gli attacchi di panico sono ricorrenti, le persone spesso sviluppano una forma di “ansia anticipatoria” cioè la “paura di aver paura” rimanendo in uno stato di tensione emotiva costante perché si preoccupano perennemente di quando e dove avverrà l’attacco successivo. Questa ansia può perdurare nel tempo e rappresentare la fonte principale di disagio.
Che conseguenze ha questa paura di aver paura?
La reazione comune a questa ansia anticipatoria è il fenomeno dell’ evitamento: il soggetto non si reca più nei posti dove ha avuto l’attacco, o in posti da cui è imbarazzante allontanarsi in caso di malessere. Si entra così in un circolo vizioso costituito da ansia che alimenta altra ansia e la vita subisce molte limitazioni. Il singolo episodio, quindi, sfocia facilmente in un vero e proprio disturbo di panico, più per “paura della paura” che altro. La persona si trova rapidamente invischiata in un tremendo circolo vizioso che spesso si porta dietro la cosiddetta “agorafobia“
Cos’ è l’agorafobia?
L’agorafobia è l’ansia relativa all’essere in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile o imbarazzante allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile un aiuto, nel caso di un attacco di panico inaspettato. Diventa così pressoché impossibile uscire di casa da soli, viaggiare in treno, autobus o guidare l’auto, stare in mezzo alla folla o in coda, e cosi via. L’ evitamento di tutte le situazioni potenzialmente ansiogene diviene la modalità prevalente ed il paziente diviene schiavo del suo disturbo, costringendo spesso tutti i familiari ad adattarsi di conseguenza, a non lasciarlo mai solo e ad accompagnarlo ovunque, con l’inevitabile senso di frustrazione che deriva dal fatto di essere adulto ma dipendente dagli altri, che può condurre ad una depressione secondaria.
Qual è il decorso del Disturbo di Panico?
Il decorso è quanto mai vario: alcuni individui possono avere crisi episodiche con intervalli di remissione di anni, altri possono avere crisi molto frequenti senza praticamente intervalli liberi. Talora le crisi si presentano nella giovinezza o nell’adolescenza poi scompaiono lasciando, magari, fobie isolate (claustrofobie, fobia delle altezze, ecc.); generalmente le condotte agorafobiche sono alternative a quelle ipocondriache. Quando le crisi di panico sono seguite dall’evitamento di situazioni sociali, è frequente che la fobia sociale si cronicizzi ed evolva autonomamente rispetto alle manifestazioni critiche.
L’evoluzione più frequente del disturbo di panico è comunque l’instaurarsi dell’ agorafobia: circa il 70% dei pazienti che giungono all’osservazione dello psicoterapeuta presenta comportamenti tipici dello spettro agorafobico. Resta comunque da dire che è descritta una agorafobia senza attacchi di panico seppure rara.
Ci possono essere complicazioni importanti in seguito agli attacchi di panico?
Si. Gli attacchi di panico possono degenerare in situazioni più complesse che, con il tempo, possono dare serie complicazioni, le più pericolose sono la depressione che può essere una conseguenza dovuta all’evitamento che porta le persone a rinchiudersi in casa e a demoralizzarsi fino a deprimersi profondamente; l’abuso di alcol e farmaci che attenuano per un certo tempo il disagio da disturbo di panico e da ansia post-panico ma innescano purtroppo un circolo vizioso che porta a un peggioramento degli attacchi e a una dipendenza da queste sostanze; e la sindrome ipocondriaca cioè il fatto di credere erroneamente di essere affetti da una grave malattia.
Come si cura il Disturbo di Panico?
Con la psicoterapia e quando gli attacchi sono molteplici, ripetuti e invalidanti si ricorre alla somministrazione di farmaci.
Qualche consiglio da tenere a mente?
Nel momento dell’attacco di panico, é essenziale sapere e ricordarsi che si tratta di un episodio momentaneo e che non si sta per morire. Quando si é in preda all’ansia, l’ideale sarebbe cercare di respirare lentamente, mettersi in una posizione comoda e tranquilla. Se ci si sente svenire, é utile sollevare le gambe. E’ utile anche pensare a situazioni piacevoli. Ricordarsi che la crisi dura pochi minuti e che non comporta rischi per l’organismo, ne può provocare la perdita di controllo di se stessi.