Bullismo

Uno dei fenomeni giovanili più preoccupanti degli ultimi anni, che spesso trova spazio sulla carta stampata e nelle trasmissioni televisive, è il bullismo. Questo termine è utilizzato per designare una serie di comportamenti in cui qualcuno, ripetutamente, fa o dice cose per avere potere su un’altra persona e/o dominarla. Alcuni di questi comportamenti possono essere esercitati attraverso l’uso delle parole, per esempio minacciando, insultando, deridendo; altri possono essere commessi ricorrendo alla forza fisica per esempio spingendo, picchiando; altri ancora avvalendosi delle nuove tecnologie: internet e cellulari. Questo è il caso del cosiddetto cyberbullismo dove gli abusi vengono effettuati con sms ingiuriosi, e-mail offensive, video registrati all’insaputa del protagonista e poi caricati sul web, commenti e valutazioni sgradevoli scritti sui blog.

Dove avvengono gli episodi di bullismo?

La scuola è senz’altro uno dei luoghi in cui si riscontra questo fenomeno. Ma non è l’unico. Molto spesso, luoghi di aggregazione, di divertimento o in cui si pratica sport, diventano il triste scenario di episodi di bullismo commessi da ragazzi sempre più giovani che apparentemente sembrano essere cinici ed indifferenti alla sofferenza che provocano.

Chi sono le vittime dei bulli e che conseguenze hanno?

In genere sono adolescenti che hanno minor potere rispetto al bullo a causa dell’età, della forza, della grandezza, del genere (le femmine sono meno forti dei maschi), della “popolarità” all’interno del gruppo e  non sanno o non sono sufficientemente in grado di difendersi. La vittima di bullismo, a furia di essere perseguitata, comincia a smarrire la propria autostima. Ha persino paura di chiedere aiuto perché pensa che nessuno possa davvero darle una mano. Preferisce chiudersi a riccio, in silenzio, per il terrore di subire eventuali rappresaglie e vendette da parte del bullo. Molti episodi di prepotenza si consumano in un’atmosfera omertosa in cui si possono aggiungere alcuni fenomeni, come ad esempio il diffondere storie calunniose sulla vittima o il suo progressivo isolamento dalle situazioni gruppali, che rendono la persecuzione ancora più grande ed insopportabile. L’abbandono della scuola o del gruppo ricreativo o sportivo è una delle possibili conseguenze.

Gli episodi di violenza però sono sempre esistiti e talvolta si sente dire che il bullismo è un modo in cui i ragazzi imparano ad “arrangiarsi” nella vita.

Il bullismo non è assolutamente l’arte di arrangiarsi nella vita. Questo modo di pensare, purtroppo più frequente di quello che si può immaginare, porta a sottovalutare il fenomeno. Il bullismo non va confuso con la normale conflittualità che può accadere tra gli adolescenti. E’ diverso, inoltre, anche dagli sporadici episodi di violenza che possono succedere in una comunità. E’ vero che le prepotenze ci sono sempre state ma questo non significa che non abbiano avuto e non abbiano conseguenze negative sulla vita delle persone coinvolte, sia per quanto riguarda i bulli sia per quelle che subiscono. E’ importante sapere che diverse ricerche hanno mostrato una correlazione significativa tra il bullismo persistente in età adolescenziale e lo sviluppo di comportamenti antisociali in età giovanile e adulta. E’ stato, inoltre, dimostrato che i forti disagi personali e sociali che derivano da questi episodi possono portare, in rari casi, al suicidio. Il confronto con il passato, poi, non deve esonerarci dall’indagare le cause del fenomeno perché solo una migliore conoscenza può favorire l’adozione di rimedi efficaci.

Perché tanti ragazzi si comportano da bulli? Che cosa si nasconde dietro il fenomeno del bullismo?

Senza voler criminalizzare i genitori, bisogna ipotizzare che in molti casi di bullismo, qualcosa nel rapporto con i figli non abbia funzionato bene. Molte volte, i genitori dei bulli, tendono a minimizzare l’accaduto, a giustificarli, a “proteggerli” da chiunque cerchi di renderli consapevoli delle conseguenze delle proprie azioni, costruendo così un guscio che impedisce ai figli di assumersi la responsabilità dei propri comportamenti. In senso educativo più generale, alcune dimensioni dell’emotività quali la tenerezza, la gioia, la calma, il sentirsi appoggiati, il gusto della conquista e della conoscenza costruita passo dopo passo sembrano essere sempre meno presenti nella vita di questi adolescenti. Tutto questo porta  a modalità di relazioni con se stessi e con gli altri sbilanciate nel senso della fretta, dell’impazienza, dell’attenzione labile. Si riduce così la capacità di comprendere l’altro e i suoi sentimenti. Questa continua corsa alla ricerca di stimoli porta alla diminuzione della capacità di ascoltarsi e sentire, alla perdita di contatto con le sensazioni e gli affetti ad esse legati, ad una povertà emotiva che sfocia nell’azione immediata o nell’ostilità ripetuta. Vengono coperte, in questo modo, le emozioni più profonde quali la paura, la vergogna, la tenerezza, la voglia di contatto.

Qualche suggerimento di prevenzione al bullismo per i genitori?

I genitori che si assumono la responsabilità educativa e aiutano i figli ad assumersi la responsabilità dei propri comportamenti attraverso la costruzione di un rapporto improntato al dialogo, al confronto, al reciproco rispetto e alla conoscenza chiara delle possibilità, dei limiti, dei diritti e dei doveri degli uni e degli altri, cresceranno, in genere, giovani equilibrati con una apprezzabile autostima. Condizioni, quest’ultime, sfavorevoli all’instaurarsi di comportamenti violenti ed impulsivi.