Tra poco suonerà la prima campanella degli esami di maturità e non c’è maturità senza almeno un pizzico di ansia i cui effetti a livello fisico sono tanti: paura, senso d’inadeguatezza, irascibilità, cefalea, disturbi gastrointestinali. Questo è il lato negativo dell’ansia e quando si supera una certa soglia, lo stato di tensione diventa un ostacolo, compromettendo le performance dello studente e a volte anche l’esito stesso dell’esame.
L’esame di maturità è una tappa fondamentale che sancisce il passaggio allo stadio adulto: spesso coincide non solo con il raggiungimento della maggiore età, ma anche con la necessità di organizzare in autonomia e responsabilità la propria vita. Rappresenta non solo la fine della scuola e la verifica di quanto si è studiato, ma anche un profondo cambiamento dell’esistenza, con conseguente rilevante coinvolgimento emotivo. I ragazzi possono avvertire il peso della responsabilità, sia di dover fare una scelta per impostare e affrontare il proprio futuro, entrare all’università o nel mondo del lavoro, sia, e soprattutto, di dover sostenere in autonomia le conseguenze delle proprie decisioni.
Per aiutare e rassicurare i ragazzi è essenziale il ruolo della famiglia, che deve essere consapevole della rilevanza del momento per lo sviluppo dell’indipendenza nei figli. I genitori dovrebbero riconoscere le capacità decisionali dei figli lasciando loro la giusta autonomia, assicurando nel contempo sostegno e vicinanza senza essere iperprotettivi e senza sovraccaricare di responsabilità e aspettative i maturandi.
È importante supportarli e far capire loro che il voto che prenderanno non condizionerà la loro vita e che, soprattutto, non si tratta di un giudizio di valore sulla persona.