Paura di amare

Ogni essere umano ha indiscutibilmente paura di qualcosa. Ad incutere un certo timore potrebbe essere un particolare evento, una situazione, un determinato oggetto o un ipotetico scenario. In ogni caso si ha paura di fronte ad un evento considerato in qualche modo minaccioso o pericoloso. Talvolta ciò che la mente umana percepisce come una minaccia è l’imprevedibile, l’ignoto. Questo perché ciò che non si conosce è visto come incontrollabile, e quindi si è propensi a credere che non si posseggono le capacità personali giuste di affrontare una situazione poco conosciuta.

Talvolta però ad incutere paura potrebbe essere uno scenario che all’apparenza non possiede nulla di minaccioso. Pare infatti che molte persone sperimentino una paura di innamorarsi o di instaurare una relazione dove alla base vi sia un innamoramento. Il termine tecnico di ciò è “Philofobia”.

Esiste quindi una forma di fobia nei confronti dell’amore e possiede tutte le caratteristiche tipiche di una fobia specifica:

  • Paura marcata, persistente ed eccessiva nei confronti della situazione temuta;
  • Risposta ansiosa e immediata all’esposizione dello stimolo fobico;
  • La paura viene riconosciuta dal soggetto come eccessiva e irragionevole;
  • Di fronte alla situazione minacciosa il soggetto mette in atto la strategia dell’evitamento.

Sono molte le persone che quando si innamorano sentono emozioni molto intense o le vivano  con un’alta intensità, al punto tale che possono essere percepite come incontrollabili e che predominanti sul proprio modo di fare e di pensare.

Per chi soffre di un qualsiasi tipo di fobia è impensabile perdere il controllo della situazione o di se stessi. Quindi il philofobico non teme l’innamoramento in sé quanto piuttosto la propria reazione di fronte all’evento che potrebbe fargli perdere il controllo dei propri comportamenti e portarlo poi a comportarsi in maniera poco razionale.

Oltre alla perdita del controllo, vi è anche la paura di mettersi a nudo e mostrare all’altro la parte reale di se stessi, quella priva di formalismi e in un certo senso più intima, privata. In questi casi la persona evita di coinvolgersi emotivamente con qualcuno, in quanto si sentirebbe “invasa” e perderebbe di conseguenza i propri spazi, sentendosi così sopraffatta.