Babywearing: una pratica diffusa in tutto il mondo

Si chiama comunemente babywearing ed è la pratica del portare i bambini con fasce e marsupi ergonomici. Esiste da millenni in quasi tutte le culture anche se le fasce vengono chiamate con nomi diversi.

Insieme all’indubbia praticità che deriva dalla possibilità di avere le mani libere, il portare è soprattutto uno strumento pedagogico che favorisce la relazione genitore-figlio e ha effetti benefici sullo sviluppo del bambino. Oltre a regolarizzare la temperatura corporea, il battito cardiaco, l’ossigenazione e la respirazione (azioni preziose soprattutto nei prematuri e nei neonati con basso peso), ne influenza positivamente lo sviluppo neurologico e psicologico.

I benefici sono numerosi anche per mamma e papà: è dimostrato che i bambini in fascia piangono meno, si rilassano più facilmente, dormono più serenamente. Questo innalza nei genitori la fiducia in se stessi e nella loro capacità di prendersi cura del proprio bambino. La vicinanza favorita dal babywearing, inoltre facilita la connessione affettiva ed è stato provato che “indossare” il proprio bambino può essere d’aiuto anche nei casi di depressione post partum o di altri disturbi psicologici.

In Italia non sono ancora disponibili numeri precisi sul fenomeno, ma è evidente anche da noi che il portare in fascia stia vivendo un’esplosione, seppure un ritardo rispetto ad altri Paesi.