Godiamoci le vacanze!

Finalmente siamo in vacanza! Ora è tempo di riposo, di divertimento, di relazioni sociali, di letture piacevoli e di tantissime cose che abbiamo lasciato in sospeso per undici mesi e che poi vorremmo godere nei pochi o tanti giorni (mai del tutto sufficienti) che ci dedichiamo in estate. Il rischio di restare delusi è purtroppo alto. Si cambia il passo frenetico e veloce e si rallenta, a volte fino a fermarsi: per qualcuno è corroborante, per altri è fonte di ansia. C’è quindi anche la possibilità che questo cambio di ritmi e tutta questa disponibilità di tempo ci spiazzino, ci annoino o ci inquietino, facendoci desiderare di rientrare presto nella vita di tutti i giorni.

Il vero senso della vacanza dovrebbe essere quello di un tempo, vuoto, sgombro, libero e senza occupazione. Un tempo in cui si lasciano vacanti ruoli, funzioni, cariche, cattive abitudini che ricopriamo o che ci vengono assegnate per tutto l’anno. La vacanza è il tempo del rallentamento e del riposo. Non dovrebbe essere un tempo da occupare, esattamente come facciamo con quello ordinario, cambiando ora solo il tipo di attività cui dedicarci. La vacanza è il tempo in cui allentare le tensioni accumulate e fare emergere altre parti di noi che chiedono di esprimersi e sono le parti legate alla creatività, alla lentezza, alla libertà. Dimensioni che durante l’anno non respirano tanto.

Finite le vacanze, quindi, dovremo fare in modo che quelle parti di noi che in vacanza emergono non tornino in esilio o in gabbia. Dobbiamo esercitarci quotidianamente a non sentirci sempre indispensabili o insostituibili e imparare ad appendere fuori dalla nostra ideale stanza, il cartello «chiuso per inventario», in cui ci si nutre di ciò che si ha e che altrimenti si perde nei magazzini impolverati del tempo che corre, in cui custodire sensibilità e capacità che servono per stare al meglio anche nei ruoli, nei compiti, nelle fatiche.