Le ferite che ci aiutano a crescere

Le-cicatrici-sono-il-segno-che-sei-stata-dura_-Il-sorriso-è-il-segno-che-ce-lhai-fatta_-290x290Così come il supporto al soggetto in difficoltà (dai disturbi dell’apprendimento, alle forme più ostacolanti di deficit), passa anche per un’adeguata stimolazione della sua autostima incentivata da una attribuzione del voto approssimato per eccesso (benzina rinforzante e sedante le tante frustrazioni che spesso è costretto a subire); allo stesso modo per il soggetto superperformante si rivela un autentico toccasana una buona dose di frustrazione, magari accompagnata da un po’ di senso di ingiustizia.

Il rischio nelle relazioni educative contemporanee è, infatti, quello di occuparsi dell’Altro vedendone solo il bisogno di benessere e non la necessità dell’inciampo: prevenendo ogni presunto rischio, facendo per lui affinché non fatichi, soffrendo affinché non soffra, a volte cadendo al suo posto fino al punto da impedire quelle sane esperienze, pur negative, che sono imprescindibili alla crescita che non solo ci aiutano ad affrontarla ma, soprattutto, ci fanno capire che “siamo capaci” e ci mettono nella condizione di non ritrarci domani di fronte alla prima salita, tanto insicuri da paralizzarci.

Un antico motto cinese recita: “Insegna a tuo figlio a usare la spada, ma non combattere mai per lui”, perché, inevitabilmente, la vita arriva, prima o poi irrompe con i suoi sfregi, con i sui graffi, con le sue ferite, ed è allora che, se non abbiamo mai frequentato la ferita, se non ci siamo mai allenati alla frustrazione, anche il più piccolo graffio può diventare lacerante. Ogni cicatrice, però , ci offre la straordinaria possibilità di fermarci per riconoscerci e per conoscerci nuovamente raccontandoci non solo il dolore ma anche la gioia rigeneratrice della vita e la sua capacità di suturare il dolore. La ferita ci trasforma, ci conduce ad altra forma.

La vita, quando non corre il rischio di essere graffiata, ammaccata, nei casi migliori, si ribella e manifesta la sua voglia di essere viva con sintomi più o meno appariscenti, metaforiche grida in cui l’anima chiede aiuto. Altre volte, purtroppo, non c’è la fa e un urlo, tutto interiore, devasta silenzioso.