Irrational Man

Natale ci ha regalato il nuovo film di Woody Allen, una sorta di thriller filosofico dai contorni sfumati dove il regista riflette su morte e vita, coscienza e morale. I protagonisti sono: Abe, professore universitario fascinoso ma alcolizzato a causa della crisi esistenziale di mezz’età, Jill, studentessa brillante ma inesperta che cade tra le sue braccia, invaghita dalla sua aria disperata e desiderosa di salvarlo e Rita, un’altra professoressa universitaria che passa da un letto all’altro (incluso quello di Abe) per insoddisfazione coniugale e che vagheggia una possibile fuga in Spagna per rifarsi una vita.

Il tema principale del film l’omicidio perfetto di un giudice che Abe non conosce e al quale non può essere collegato, le cui sentenze sono guidate più da interesse personale che da valori di giustizia. Un piano da portare a termine nei minimi dettagli e che è l’emergere di una possibilità di svolta personale per Abe. Lo ucciderà, riconquistando la forza di muoversi nel mondo, di fare l’amore con Rita e con la sexy Jill, giustificando il tutto sulla base di pensieri razionali che altro non fanno che ergerlo a intellettuale narciso giustiziere dei mali. Quel che segue è una serie a tratti sconnessa di indagini, riflessioni sul bene e il male e amare constatazioni della realtà dei fatti. Abe è davvero quel grande pensatore che tutti credono? I suoi libri hanno sostanza o sono solo meri esercizi di stile sul bianco pagina? È davvero possibile programmare la propria razionalità o si finisce, al contrario, per diventare irrazionali? (E sì, l’Irrational man del titolo è proprio Abe). Anche i simboli o forse sarebbe meglio dire il ruolo del caso hanno il loro peso. Sarà un oggetto qui, una piccola pila elettrica vinta ad una bancarella, che avrà un compito decisivo nel determinare il corso degli eventi in un ribaltamento assoluto delle sorti.

Irrational man intacca le granitiche certezze di un animo umano vittima delle assurde manie. Dal punto di vista psicopatologico, è degno di nota il passaggio dalla disperazione esistenziale di Abe, legata ad una amotivazione per le cose umane e per il proprio ruolo di insegnante, all’insorgere del benessere per la “rivelazione” della possibilità di intervenire attivamente sui destini del mondo attraverso l’eliminazione fisica di una persona nociva. Salvo poi dover tornare sulla terra e fare nuovamente i conti con la realtà delle persone più motivate e dotate di risorse (Jill, ma non Rita), che pur propense a fantasticare un mondo migliore, non sono disposte a sacrificare ad esso una vita umana.

Trailer

https://www.youtube.com/watch?v=FfGHUBgpDG0