L’orbiting, dall’inglese “orbitare”, sta a indicare il comportamento di un partner che non sparisce definitivamente ma che, dopo un periodo di silenzio, tende a farsi risentire indirettamente sui social media attraverso qualche like ai post, un cuoricino su instagram o visualizzando le varie stories. Il tutto senza rispondere a eventuali messaggi privati o evitando incontri personali. Insomma una sorta di “non ci sono ma ci sono”.
Quando siamo in relazione con qualcuno è come se ci fosse uno spazio dentro di noi che riempiamo e nutriamo attraverso la relazione con l’altro. Quando questa finisce, se viene chiusa in modo sano e maturo, tendiamo a svuotare quello spazio per prepararlo a quello che verrà dopo. L’orbiting, in qualche senso, è come se attaccasse e mettesse in pericolo questo processo. Il rischio è quello di tenere pieno quello spazio, di tenerlo occupato, ma non da una vero e proprio legame o da una relazione che ci nutre e fa stare bene, ma da pensieri e speranze che sembrano non concretizzarsi mai. Questo rischia di condizionarci, di farci rimanere fermi e bloccati, aggrappandoci a sporadici saluti, qualche like o qualche attenzione saltuaria.
Dall’altra parte chi interrompe bruscamente la comunicazione ma poi trova il tempo di seguire ed impegnarsi attivamente nel monitorare ogni nostra mossa sui social media per poi tornare sporadicamente in “orbita” sé probabilmente mosso da insicurezze, dalla paura di impegnarsi veramente in una relazione, dal timore di aver preso o meno la decisione giusta.
L’orbiting mantiene in contatto nel caso in cui si trovi un motivo eccezionale per riallacciare i rapporti e serve soprattutto come conferma che si ha preso la decisione giusta o come modo per pentirsene amaramente.