Dialogo aperto è un sistema di trattamento sviluppato in Finlandia e utilizzato da molti anni nell’ambito degli interventi sugli esordi sintomatologici (prime crisi psichiatriche) di adolescenti e adulti, attraverso incontri domiciliari che coinvolgono la famiglia e la rete sociale del paziente, condotti da un’équipe multi-professionale appositamente formata e organizzata.
Tale modello di lavoro è stato oggetto di tre importanti studi di valutazione, che hanno dato risultanti positivi in termini di efficacia terapeutica (contenimento e risoluzione dei sintomi, anche a lungo termine) e in termini di “guarigione sociale” (potenziamento delle risorse del cliente/paziente e del contesto relazionale allargato, restituzione di un ruolo attivo alla persona attraverso la ripresa dei propri studi e/o attività lavorative).
Da una rassegna pubblicata su Science questo metodo è l’unico a vantare una percentuale di guarigione dell’81% grazie a:
- risposta di intervento immediata (entro le 24 ore dalla richiesta)
- focus sul sistema relazionale (coinvolgimento del soggetto e del suo contesto sociale allargato es. familiari, amici, vicini ecc.)
- non utilizzo dei farmaci neurolettici in tutti i casi in cui è possibile
- enfasi sui bisogni profondi di cui i sintomi si fanno portatori e ricerca dei significati soggettivi della crisi.
Le specifiche modalità di Dialogo Aperto si basano sull’approccio psicoanalitico e sistemico-relazionale. Restituire spazio alla parola attraverso il dialogo, consente al soggetto di esprimere i propri stati emotivi e affettivi, anche quelli più indesiderabili e conflittuali, in un modo che non sia il delirio o l’allucinazione. Un ruolo fondamentale, in questo metodo, è giocato dal sistema di rete sociale che ruota attorno al soggetto, il quale viene attivamente coinvolto in tutto il percorso di cura.
Attualmente il modello è in fase di sperimentazione in altri Paesi europei, quali Norvegia, Danimarca, Svezia, Germania, Inghilterra, e anche oltreoceano, negli Stati Uniti.