Lo stereotipo della simpatia a ogni costo sembra predominare ancora più della bellezza. Sono infatti tanti coloro che quando incontrano nuove persone devono fare i brillanti e lasciare a tutti una sensazione di piacevolezza. Sul lavoro questa tendenza a volte altera la professionalità.
Fare il simpatico però non significa esserlo davvero. Anzi, chi si forza a esserlo di solito non è così aperto come vuole far credere, anche a se stesso. Dietro la simpatia forzata spesso si nascondono aggressività, paure radicate, bisogni affettivi profondi: un mondo tutt’altro che portatore di serenità e allegria. La maschera del brillante crea un personaggio fittizio che preclude qualità nelle relazioni. La vera simpatia non può essere costruita: è qualcosa che si crea spontaneamente di volta in volta e a seconda dell’incontro, come una speciale e misteriosa sintonia tra le persone.
Fare il simpatico spesso diventa una tendenza compulsiva a fare battute per strappare un sorriso o per piacere. Fate il possibile per trattenerne alcune e lasciare spazio o alle vostre osservazioni o all’interlocutore o, a volte, al silenzio che non è così tremendo! In una relazione è importante che l’altro sappia chi siete non chi cercate di apparire.
La simpatia forzata nasconde in molti casi un forte bisogno di accettazione. È questo il punto da risolvere.