Amore? Si grazie anzi no vade retro

amore infelice 2Nello studio dello psicoterapeuta, si incontrano spesso giovani donne che hanno difficoltà nelle relazioni d’amore. Sono spesso graziose e curate, lavorano o studiano ma non riescono a concedersi la possibilità di un incontro importante o che allontano nel tempo l’esperienza sessuale, anche dopo i trent’anni.

Giustificano la mancanza di esperienze amorose raccontando di essere incappate in situazioni deludenti dove è mancato il tempo di conoscere l’altro. Lamentano di non incontrare partner interessanti: gli uomini sembrano misteriosamente scomparsi. Sognano una storia romantica, un incontro folgorante con un lui seducente e accogliente, un amore totale, perfetto, gratuito e immediato. Esattamente quello che immaginano essere l’esperienza di tutte le altre donne, quelle fortunate che si fidanzano e si sposano. A questo ideale amoroso, si contrappone però un atteggiamento di diffidenza e di ritiro dalle relazioni e soprattutto una profonda paura per il proprio desiderio o attrazione verso un uomo.

La sessualità è vissuta come qualcosa che non le riguarda, che le sfiora appena e la diffidenza si esprime anche con l’atteggiamento del corpo che sembra mantenere una corazza che nasconde l’emozione che molto spesso viene anestetizzata con ogni mezzo, compresa la fuga o l’allontanamento dall’uomo.

Apparentemente opposto, è il comportamento di quelle donne che ricercano attivamente incontri sessuali ma che si ritirano al primo accenno di coinvolgimento emotivo. Spesso il “lui” in questione è già impegnato o in procinto di allontanarsi. Anche moltiplicando gli incontri sessuali, questi non lasciano tracce. Le donne si sentono così sempre più sole ed incomprese. Se questo stato di cose si protrae nel tempo, aumenta l’infelicità, il sentimento di sconfitta e di amarezza profonda, a prescindere dal successo professionale e personale in altri campi.

Il paradosso è che la cosa che queste donne desiderano di più è anche quella che le spaventa. L’assenza del rapporto con l’uomo, è avvertita come la causa della propria insoddisfazione ma la realizzazione di un incontro è evitata con ogni mezzo. Sono donne prigioniere di una ragnatela fitta, apparentemente senza via di uscita, di cui sono artefici e vittime. Assumersi il ruolo di protagoniste delle proprie scelte sentimentali significa accettarne anche la responsabilità. Se la conquista della felicità dipende da ognuno di noi, essere felici può fare paura perché significa assumersi la responsabilità della propria vita.