Durante una separazione o un divorzio tutta la famiglia attraversa un periodo difficile, stressante, con le conseguenti difficoltà emotive ed organizzative che comportano cambiamenti a tutti i livelli.
La mediazione familiare facilita questi cambiamenti, grazie ad uno spazio neutro dove i coniugi hanno la possibilità di confrontarsi e giungere alla stesura di accordi condivisi, ragionevoli e soddisfacenti sugli aspetti che riguardano una separazione (es decisioni concernenti la scelta dei percorsi scolastici, delle attività sportive e ludiche, i tempi di permanenza presso il singolo genitore etc).
Con la mediazione si può evitare di :
- usare i figli come giudici e/o arbitri dei comportamenti dei genitori, veicoli di comunicazioni tra coppie che non comunicano, testimoni od ostaggi;
- screditare o denigrare l’altro coniuge agli occhi dei figli; cercare la complicità dei figli istigandoli contro l’altro genitore, dipingendosi vittime.
La mediazione familiare non è una terapia psicologica, il suo scopo non è quello di stabilire chi ha torto o ragione o convincere qualcuno della bontà o meno di un’opinione.
Autonomia, volontarietà, impegno e capacità di mettersi in discussione, sono gli elementi indispensabili di una buona mediazione familiare, sia che si tratti di separazione e/o divorzio sia di qualsiasi altro tipo di mediazione che riguarda aspetti e problematiche della famiglia (es. la gestione della malattia di un suo componente, di un genitore anziano da parte di più fratelli, un cambio lavorativo, il passaggio generazionale all’interno dell’azienda familiare).
E’ un grande opportunità da cogliere; un’occasione in più per riesaminare con attenzione la propria posizione, chiarire i bisogni di ciascuno. E’ uno strumento in più per imparare insieme a dialogare, anche quando un conflitto acceso sembrerebbe impedirlo per continuare ad essere genitori anche e soprattutto quando non si è più coppia.