Cresce in Italia il numero dei divorzi e cresce anche il numero dei minori costretti a vivere l’esperienza della separazione dei genitori. Da dieci anni, però, il codice consente loro di sperimentare l’affidamento condiviso: un istituto a tutela del diritto alla continuità affettiva. La soluzione sembra funzionare: infatti rispetto al 2006, nelle separazioni consensuali, gli affidamenti esclusivi sono passati dal 90% al 10%.
La legge 54/2006 ha avuto il grande merito di spostare lo sguardo dalle problematiche della coppia a quelle dei figli. Ha certamente favorito la nascita e una prima importante diffusione della cultura della bigenitorialità, preservando il ruolo di ciascun genitore e garantendo continuità affettiva ai figli, a tutto vantaggio della loro salute e del loro equilibrio psicologico. Secondo diversi studi, infatti, i minori sottoposti ad affidamento condiviso mostrano evidenti vantaggi in termini di benessere generale e autostima rispetto a quelli affidati a un solo genitore.
E’ stata un’importante passo in avanti ma alla legislazione deve accompagnarsi una trasformazione culturale che investa l’intera società e questo, naturalmente, richiede più tempo. Del resto viviamo in una fase di transizione, gli stessi modelli famigliari si stanno diversificando. Occorre impegnarsi affinché la bigenitorialità si coniughi sempre di più con l’idea di stabilità e il minore veda riconosciuto pienamente il diritto alla continuità dei legami affettivi con entrambi i genitori. Infine bisogna lavorare ancora di più sulla gestione del conflitto.